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Dalle origini al Quattrocento


Descrizione

La prima notizia riguardante Villanova, allora chiamata di Moretta, risale al 1099, allorché Agnese, figlia del marchese Pietro di Savoia, rimasta vedova otto anni prima del conte Federico di Monthéliard, donò metà di questo luogo all’abbazia di S. Benigno di Fruttuaria. L’altra metà apparteneva a Bonifacio del Vasto, capostipite dei marchesi di Saluzzo, ereditata alla sua morte dal figlio Manfredo I e successivamente dai suoi discendenti. Nel mese di luglio del 1253, Oberto, abate di S. Benigno di Fruttuaria, con il consenso dei suoi monaci, vendette ai Solaro, per 500 lire segusine, la parte di Villanova di sua proprietà e sei anni dopo giurò fedeltà al marchese Tomaso I di Saluzzo. Costui, verso la fine del 1279, conferì ai fratelli Filippone e Corradino, orfani di Nicolò di Venasca, i beni che possedeva in valle Varaita ed a Villanova, tra cui il castello qui eretto.

A risollevare le sorti del potere sabaudo, in declino fin dalla morte della marchesa Adelaide, avvenuta nel dicembre del 1091, fu, verso la fine del secolo XIII, Filippo di Savoia, in seguito chiamato principe di Acaja, al quale lo zio Amedeo V di Savoia aveva ceduto una parte del territorio piemontese. Col proposito di sottomettere l’intera regione al dominio sabaudo, egli combatté con ardimento fino alla morte, alleandosi di volta in volta, e secondo la convenienza, coi marchesi di Saluzzo, di Monferrato e con gli Angioini. Nel 1295 i signori di Luserna gli fecero omaggio dei loro feudi e, nello stesso anno, egli acquistò dai signori di Moretta questo luogo e quello di Villanova, i cui castellani erano tenuti a far riparare a proprie spese i ponti levatoi ed i tetti dei rispettivi castelli.

Il 27 marzo del 1327, terminate dopo tre anni le trattative con Filippo di Acaja, l’abbazia di S. Benigno di Fruttuaria concesse a Villanova le terre che possedeva a Moretta ed al castellano locale assegnò il compito di ripartirle fra coloro che sarebbero venuti ad abitarci. Inoltre, elevò a parrocchia la chiesa di S. Lorenzo ed autorizzò la costruzione di una casa per l’abate. Allo scopo di mettere Villanova al riparo dalle guerre, che a quel tempo perturbavano il Piemonte, Filippo ordinò la ricostruzione del castello, fece erigere altre fortificazioni e scavare un fossato, realizzato col contributo delle città di Torino e Pinerolo. Favorì l’aumento degli abitanti abolendo il pagamento del pedaggio sul ponte del Po, presso Villafranca, rendendo libero il traffico coi paesi vicini e facendo costruire delle nuove abitazioni. Esonerò gli abitanti dall’obbligo di costituire e mantenere un esercito, salvo scendere in armi per difendere la loro terra dalle invasioni dei nemici, e gli concesse la facoltà di erigersi in Comune e di redigere i propri Statuti. Infine, stabilì che erano tenuti a pagare l’affitto dei terreni col frumento prodotto coltivandoli e potevano dedicarsi, senza pagare nessuna gabella, alla caccia di caprioli, cervi, orsi e cinghiali, che frequentavano le campagne di Villanova, ed alla pesca di trote, lucci, tinche, temoli ed anguille, che pullulavano nei torrenti, ruscelli e fossati.

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